L’adolescenza è un periodo critico di maggior conflitto familiare spesso gestito con difficoltà.
In questa fase i figli si costruiscono una propria identità diversa e separata dai genitori differenziandosi da loro e prendendone le distanze. E’ un periodo in cui non si sopportano più le regole impartite dai genitori per fare di testa propria. Il conflitto genera frustrazione, rabbia e senso di colpa.
L’adolescenza è caratterizzata da un inizio di autonomia e quindi da un distacco relazionale dai genitori, è un periodo fatto di insicurezze, di cambiamenti fisici e psichici in cui cambia l’immagine del proprio corpo.
Spesso questi cambiamenti si ripercuotono a scuola in quanto il profitto scolastico è una comune via di espressione del disagio adolescenziale che può compromettere il rendimento scolastico.
Possono presentarsi dei sintomi, dei disagi psicologici di vario genere e per questo vengono messi in discussione i legami in famiglia soprattutto con le figure genitoriali. E’ una fase che causa tensione negli adolescenti che se non saputa riconosciuta e gestita può portare a dei forti conflitti. I figli si sentono soffocare e i genitori si sentono impotenti, spaesati e impauriti davanti al comportamento diverso e all’opposizione dei figli nei loro confronti. Bisogna saper riconoscere in tempo i primi fenomeni adolescenziali per saperli gestire prima che sfocino in un vero e proprio conflitto.
I comportamenti utili che i genitori possono adottare sono quelli di saper negoziare non cedendo ad ogni richiesta, saper discutere e confrontarsi con autorevolezza e non come se si fosse amici ma con un atteggiamento democratico quindi nè troppo rigidi nè troppo amichevoli. Importante è non spaventarsi e incanalare nel modo giusto gli impulsi dei figli, bisogna essere pazienti, imporre regole chiare e rispettare i confini sapendo rispettare allo stesso tempo da un lato l’emotività dei figli e dall’altro l’educazione da impartire.
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